Bruno Cirillo: 'Chi indossa la maglia del Taranto ha grandi responsabilità'
DI ALESSIO PETRALLA
Un momento, ancora, molto particolare per il calcio italiano che per via del Covid sta subendo tanti scossoni e ulteriori spese legate ai protocolli. A tracciare il punto sulla situazione è l'ex calciatore della Nazione U21 e dell'Inter Bruno Cirillo, intervenuto martedì al programma "Chi Segna Vince" in onda su Jo TV: "Il momento che stiamo vivendo è molto particolare e si sta facendo di tutto per non fermare questo sport così bello che da speranza a chi lo segue e lo ama. Vedere le partite in TV ci rende più vivi. Portarlo avanti si sta rivelando difficile con la speranza che con l'anno nuovo possano arrivare buone notizie e lasciare, la situazione Covid, alle spalle".
CALCIO DILETTANTISTICO: "Questo è un argomento importante anche perchè la serie D è un bellissimo campionato in cui vi giocano ragazzi molto bravi e in cui ci sono società che fanno i salti mortali per portare le stagioni a termine nonostante i costi. Purtroppo, in questo periodo, sembra che questo venga messo in secondo piano visti i costi elevati dei protocolli che molti non possono sostenere. Leggo che si ripartirà a metà dicembre con la speranza che anche i giovani possano tornare in campo".
LA VITTORIA DELL'EUROPEO: "Ho un ricordo bellissimo anche perchè giocare in nazionale è il sogno di tutti. Ho avuto la fortuna di indossare la maglia dell'Under 21 e l'onore di giocare al fianco di Pirlo, Ventola, Abbiati, Ambrosini e Perrotta. Vincere l'Europeo è stato fantastico. La mia serie A era composta da campioni di ogni nazionalità con il campionato italiano che, oggi, vive un periodo di discesa anche se sono convinto che resta il più bello tra tutti. Spero che si possa tornare ad una situazione simile a quella dei miei tempi".
AVVENTURE ALL'ESTERO: "Consiglierei tutta la vita, ad ogni calciatore, di fare esperienze all'estero. Queste ti arricchiscono sia come persona che a livello culturale: di fatto, oggi, parlo inglese, greco e un po' di spagnolo. Ho girato tanti posti fino ad arrivare in India. Così sono cresciuto, anche, calcisticamente".
MATERAZZI: "L'episodio vissuto con l'ex difensore dell'Inter è stato brutto ma ormai fa parte del passato. Non doveva succedere anche se purtroppo cose simili le vedremo sempre. Una parentesi negativa per entrambi".
PROCURATORE: "Non faccio l'allenatore perchè penso che nella vita per fare determinate cose bisogna essere portati. Quando ho smesso di giocare sono stato fermo quattro, cinque mesi pensando cosa fare. Ho avuto l'opportunità di stare con amici che facevano i procuratori: mi è piaciuta l'idea di scovare talenti".
CONSIGLI PER I GIOVANI: "Partiamo dal presupposto che il giovane di oggi non è più quello che ero io: il mondo è cambiato. Ai miei tempi l'unica cosa che contava era stare per strada a giocare a calcio dalla mattina alla sera. Chi vuol fare il calciatore, innanzitutto, deve crederci sempre senza mai mollare ma soprattutto deve avere passione altrimenti non si va da nessuna parte".
IL TARANTO: "E' una piazza che merita altri palcoscenici. E' molto calda e la squadra viene seguita. Spero che possa tornare subito tra i professionisti perchè se lo merita. Il girone H della serie D, comunque, è di ferro con tantissime squadre che hanno effettuato una campagna acquisti importante: sono almeno quattro, cinque quelle che lotteranno fino alla fine. La maglia rossoblù è importante e chi la indossa ha grandi responsabilità. Spero in un gran campionato dei rossoblù".
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