Fuori dal campo Taranto

La passione di chi fa del proprio lavoro una vocazione

“L’osteopatia è stata la scelta più bella della mia vita e poter lavorare nella propria terra d’origine è un privilegio”, la Dottoressa Alessia Melpignano è decisa ad investire sulla Puglia per il suo futuro

16.02.2021 15:23

di Claudia Rivizzigno

E’ al secondo anno di Scienze Motorie che Alessia sente di aver bisogno di qualcosa in più e così si ritrova nella segreteria di quella che sarà la sua futura scuola di osteopatia: “Il destino o il sesto senso, chiamatelo come volete, mi ha portata lì”, ci racconta la Melpignano, “con un po’ di incoscienza perché non conoscevo bene l’osteopatia, ho deciso di iscrivermi e, negli anni, è diventata una vocazione. Sono riuscita a comprenderla a fondo, arrivando anche ad odiarla, per poi amarla alla follia e farne oggi il mio lavoro!” La Dottoressa Alessia Melpignano è una vera cultrice nel settore dell’Osteopatia: ha una laurea in “Scienze e tecniche delle attività motorie”, ha terminato un percorso di studi presso l’AIOT (Accademia Italiana di Osteopatia Tradizionale) di Pescara, è una laureanda in “Management dello sport” e sta perfezionando i suoi studi sull’Osteopatia Biodinamica. Una professionista di cui cerchiamo di ricostruire il fil rouge chetra lunghi anni universitari, difficoltà e soddisfazioni l’ha portata oggi ad avviare il suo studio di osteopatia e chinesiologia nell’amatissima Puglia.

 

Parlaci della tua esperienza accademica all’AIOT, Accademia Italiana di Osteopatia Tradizionale 

“Avendo già frequentato l’università statale posso dire che la mia esperienza accademica è stata, dal punto di vista didattico, molto completa. Fare tante ore di tirocinio e avere la possibilità di interagire con i propri pazienti in clinica ti fa crescere tanto, ti dona un senso di responsabilità che ti proietta perfettamente nel mondo del lavoro. Una volta finita la scuola si è assolutamente pronti ad aprire un proprio studio di osteopatia. Come contro posso ricordare le nottate trascorse sui libri a studiare?!”

 

Dopo un percorso di studi lontano dalla tua città d'origine, hai deciso di ritornarci e avviare uno studio di osteopatia e chinesiologia. Per giunta, in un periodo come quello che viviamo oggi, in un'Italia sofferente e che porta i segni dalla pandemia ancora in atto. Alcuni giudicherebbero la tua scelta un errore, altri apprezzerebbero il tuo coraggio. Cosa ti ha spinta a tornare e come vedi il tuo futuro in Puglia? 

“Mi ha spinta a tornare la voglia di far conoscere il mio lavoro nella mia terra! Io sono di Ostuni e qui non conoscono ancora molto bene questa professione: poter lavorare nella propria città d’origine è un privilegio e io volevo provarci perché credo che la nostra sia una terra florida di opportunità, di mentalità aperte e poi, esiste posto più bello della Puglia?!”

 

A tre anni dall'istituzione della legge Lorenzin che ha reso l'osteopatia una professione sanitaria, il processo di regolamentazione non sembra ancora compiuto. Cosa ne pensi a riguardo? Quali i “falsi clichè” sull'osteopatia da combattere? E' ad oggi una professione più conosciuta? Qual è il riscontro dalla gente?

“Dal 2017 sono stati fatti dei passi in avanti e si va incontro all’istituzione di un corso di formazione universitaria triennale che vede l’osteopatia far parte delle professioni sanitarie. Il Cergas Bocconi ha già delineato il percorso di studi che dovrà seguire ogni futuro Osteopata, bisogna solo attendere. Riguardo i falsi clichè sull’osteopatia, sono ancora tanti purtroppo e causati dalla classica “paura del diverso”. Tutto ciò che è più innovativo spaventa e spesso l’osteopatia viene sconsigliata da figure sanitarie che nemmeno la conoscono, si pensa sia uguale all’attività  del chiropratico e questo è ovviamente falso! L’osteopatia può trattare una vastissima selezione di disfunzioni e patologie ed è essenziale nel postoperatorio, così come è fondamentale per i neonati.”

 

Qual è stata l’esperienza più bella che il tuo lavoro ti ha permesso di vivere?

“L’esperienza più bella è stata sicuramente quella presso il reparto di Neonatologia dell’ospedale di Pescara. Trattare i neonati è ciò che più mi emoziona e mi piace del mio lavoro, hanno dei progressi pazzeschi e rispondono in modo fantastico al trattamento!”

 

C'è stato un momento in cui hai pensato: “Non fa per me”? Se sì, come l'hai affrontato? Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere un percorso accademico simile al tuo? 

Sì, c’è stato un momento in cui ho pensato “non fa per me”, anche più di uno durante l’accademia…quando il carico di lavoro era davvero tanto e le 24 ore di una giornata non erano sufficienti per preparare esami, fare tirocini e restare lucida. L’ho superato credendo in me stessa e pensando che un giorno avrei giocato di tutta quella fatica! A chi ha passione nell’osteopatia e vuole intraprendere questo percorso, consiglierei di credere sempre in sè stessi, nelle proprie capacità anche quando sembrerà di non potercela fare, siate determinati!”

 

Qual è il principio su cui si basa l’osteopatia?

“L’osteopatia si basa sul principio dell’unità: il corpo viene inteso come un’unica unità dinamica. Non è detto quindi che un dolore alla caviglia sia causato da un problema di caviglia ma potrebbe essere causa di un problema d’anca, per esempio. Un altro concetto sul quale si basa l’osteopatia è l’autoguarigione, ovvero che il corpo ha la capacità di “auto-guarirsi” se non presenta delle restrizioni che glielo impediscano. È un concetto molto semplice, basti pensare al nostro sistema immunitario!”

 

Prevenzione, incremento della prestazione sportiva, intervento post infortunio: il rapporto dell'osteopatia con lo sport, quali benefici? 

“Ci sono molti studi in merito alla relazione tra sport e osteopatia e ai benedici che lo sportivo può ricavarne come migliore prestazione, diminuzione di infortuni, più rapido recupero post infortunio e/o postoperatorio. Molte importanti società sportive utilizzano l’osteopatia in modo preventivo per i propri atleti, come la Nazionale Italiana di sci. L’osteopata è una figura che viene sempre più richiesta in ambito sportivo soprattutto da società sportive ad alto livello che ne hanno compreso il valore aggiunto. Quasi tutte le società italiane di serie A di calcio hanno l’osteopata che opera nel loro team!”

 

Volendo mettere da parte l'ormai sdoganato rapporto tra osteopatia e ambito sportivo, hai lavorato con donne in gravidanza, neonati e bambini molto piccoli: una branchia dell'osteopatia che forse si conosce poco. In questi casi come e quando agisce l’attività osteopatica?

“L’osteopatia riscontra degli importantissimi benefici nelle donne in gravidanza e l’osteopatia pediatrica interviene in ambito patologico ma non solo, sul bambino. 

La donna in gravidanza si rivolge dall’osteopata quasi sempre per motivi di lombalgia, pesantezza delle gambe e mal di schiena e, lavorando con tecniche molto delicate, si ottengono risultati strepitosi che aiuteranno anche il momento del travaglio e del parto, preparando i muscoli del pavimento pelvico ad avere una buona mobilità.

L’osteopatia pediatrica viene utilizzata in vastissime occasioni sul neonato e sul bambino per risolvere disturbi e migliorare eventuali patologie. In caso di plagiocefalia del bambino, ovvero quando si evidenziano asimmetrie nel cranio e nel volto del neonato, l’osteopatia può essere molto d’aiuto: si lavora con tecniche dolci che vanno ad eliminare eventuali tensioni, spesso createsi all’interno dell’utero.”

 

Nell'ultimo anno le nostre abitudini di vita sono completamente cambiate, hai riscontrato un aumento delle patologie? Se sì, di che tipo? Cosa possiamo fare per evitarle? 

“Sì, ho riscontrato un aumento di problematiche alla colonna vertebrale, in particolare cervicalgia causata dalla vita stressante che stiamo vivendo. Lo smart working e la dad sono sicuramente una causa importante che ha aumentato i fastidì cervicali. Ciò che si può fare per evitarli sono esercizi per rinforzare i muscoli del collo e l’utilizzo di una buona base di appoggio mentre si lavora.”

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