Bari, D'Urbano: 'Il San Nicola è da pelle d’oca, si vive di calcio'
La pausa al campionato dello scorso weekend ha dato possibilità ai biancorossi di recuperare energie fisiche e mentali in vista della sfida contro il Como. Gran lavoro per lo staff tecnico ed in particolare per il responsabile dei preparatori atletici, il Prof. Giorgio D’Urbano intervenuto questa mattina ai microfoni di RadioBari, media partner ufficiale biancorosso:
«Settimana certamente utile; abbiamo potuto svolgere lavori dedicati e risolvere qualche problemino in vista della ripresa di domani con una settimana tipo in cui potremo tornare a contare anche su quegli elementi che avevano avuto qualche fastidio nell’ultimo periodo. Ci aspetta un periodo intenso, ma il nostro lavoro è sempre mirato, oltre che alla programmazione quotidiana, alla ricerca di quell’equilibrio sottile tra carico e recupero dalla fatica. Il nostro mantra rimane il solito: correre, correre, correre. Anche i grandi campioni corrono, al di là delle categorie, poi l’aspetto tecnico è determinante. Con il Brescia un festival della fisicità, corso tanto, continui scatti, davvero un orgoglio per me, ma credo che molto spesso abbiamo dimostrato di essere una squadra fisica, che sta bene a livello fisico.
Mignani? Rapporto consolidato da anni, di esperienze, condivisione di idee, ma anche di amicizia. Cheddira? Siamo sempre in contatto con lui e il preparatore della nazionale marocchina; è un ragazzo integro capace di sopportare grossi carichi di lavoro, che si applica e lavora molto; è in grado di gestirsi, non ci saranno problemi. Ceter ha una storia muscolare particolare, grande attenzione per lui, ma ha risolto i suoi problemi. Il segreto di Di Cesare e Antenucci? La loro professionalità, maniacali anche nella cura ai dettagli.
Sosta mondiale? Non semplice da gestire sotto l’aspetto metabolico e di forza, senza considerare che gli allenamenti con la palla in campo sono fondamentali. Ognuno farà le proprie considerazioni.
Il San Nicola è da pelle d’oca, si vive di calcio; non oso immaginare cosa potrebbe succedere».
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