Palmisano, è tutto oro ciò che luccica
La marciatrice pugliese, con la medaglia al collo, torna nella sua Mottola
di Alfredo Ghionna
E’ stata una serata magica, quella vissuta venerdi 13 agosto a Mottola. La ridente cittadina arroccata sulla cima della collina dalla quale si ammira gran parte dell’ampio golfo di Taranto, ha riabbracciato la sua campionessa olimpica. Antonella Palmisano, 30 anni compiuti proprio nel giorno della gara della sua vita, ha mostrato alla sua gente la sua medaglia d’oro conquistata a Sapporo nella 20 km di marcia una settimana prima nella gara olimpica di Tokyo 2020.
Ed è proprio il caso di dire che per le vie del paese jonico Antonella è stata protagonista di una “marcia trionfale” applaudita da due ali di folla festante, accompagnata dalle note della banda musicale locale e dal crepitio dei fuochi d’artificio. Prima il saluto istituzionale a palazzo di città, dove c’erano ad attenderla il sindaco di Mottola Giovanni Barulli, il presidente della provincia di Taranto Giovanni Gugliotti ed un entusiasta governatore Michele Emiliano, che ha voluto baciare la medaglia d’oro quasi come se si trattasse di una reliquia. Assolti i piacevoli obblighi con le istituzioni - straordinario l'apporto dell'assessore allo sport e alle politiche sociali Teresa Catucci e del consigliere delegato alle strutture e alle associazioni sportive locali Pierclaudio Ettorre - la festa si è spostata nelle terrazze del Mezzogiorno, dove, nella serata di gara organizzata in suo onore e magistralmente presentata dal nostro direttore Matteo Schinaia, Antonella ha potuto idealmente abbracciare i migliaia di estimatori e tifosi accorsi per ringraziarla.
Antonella, hai scelto un giorno speciale per vincere la medaglia più importante. Che regalo!
“E’ quello che volevo, in fondo. Farmi un regalo abbastanza grande, e penso che oggettivamente non ce ne siano di migliori per un’atleta”.
Dal bronzo dei mondiali di Londra 2017 ne è passata di acqua sotto i ponti. Speranze, allenamenti, infortuni e giorni difficili da affrontare. Ma alla dine i sacrifici sono stati ampiamente ripagati.
“Dopo il quarto posto delle olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 con il mio allenatore ci eravamo promessi di riprovarci e portare a casa una medaglia importante per l’appuntamento giapponese. Dietro c’è tanto della mia vita: tenacia, costanza e voglia di non mollare mai. Ed eccomi qui, oggi, a Mottola con questa splendida medaglia al collo che dà un significato ancor più importante a tutti quei momenti difficili che inevitabilmente ho dovuto affrontare”.
Ripercorrendo gli ultimi kilometri della tua impresa, rimane impresso lo strapotere che hai manifestati nei confronti delle antagoniste. Quante volte dallo scorso venerdi ha rivissuto queste sensazioni nella tua testa?
“Gli ho vissuti nei miei sogni, sempre, nel senso che è stato un lavoro più che altro mentale sostenuto in tutti questi anni. Ho fatto sì, attraverso l’impegno, l’abnegazione e l’allenamento, che tutto questo non fosse solo un sogno, ma che si tramutasse in realtà. Negli ultimi kilometri ho dovuto solamente mettere a frutto ciò che avevo immagazzinato durante il percorso di avvicinamento all’appuntamento olimpico, ed alla fine, quando ho tagliato quel traguardo, la gioia è stata davvero incontenibile”.
La tua terra ti ha accolto con l’entusiasmo che merita una campionessa olimpica.
“Io vengo da questa terra, fatta di passione e calore. Qui ci sono le mie origini e non ha mai dubitato sull’accoglienza calorosa che mi avrebbero riservato. Un motivo di gioia in più per me, in un periodo della mia vita straordinario”.
Che progetti hai nell’immediato futuro?
“In tempi non sospetti avevo progettato una vacanza in Sardegna, ma con questa medaglia al collo che comporta oneri ed onori, non so quali altri impegni mi attendono. Sono rientrata da poco in Italia ed è tutto work in progress”.
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