Calcio Brindisi

Magrì: "Il futuro è adesso"

“La pandemia ha penalizzato più le piccole piazze”. Dalla conquista della salvezza, passando per l’esonero di Trocini, all’ingaggio di Taurino. Tutte le verità del presidente biancazzurro

24.05.2021 08:14

di Alfredo Ghionna

Al termine del quinto campionato consecutivo in serie C, il presidente della Virtus Francavilla Antonio Magrì ha affrontato a 360 gradi i temi dell’universo biancazzurro. In questa lunga intervista il numero uno della società della città degli imperiali racconta emozioni, sensazioni, timori e speranze che accompagnano la gestione di uno dei club più virtuosi del panorama calcistico italiano.

Presidente, si è conclusa una stagione anomala, vissuta senza il pubblico sugli spalti. Quanto ha inciso questa assenza sia sul bilancio che sul piano dei risultati della Virtus?

“Ha inciso sicuramente tanto, ed a mio avviso più sulle piccole squadre che sulle grandi piazze. Perché queste ultime, ed in particolare quelle che avevano progettato di vincere il campionato, non hanno dovuto subire il peso di grandi pressioni causato dalla mancanza del pubblico. Tanto che a mio avviso, è addirittura possibile che di questa assenza ne abbiano anche giovato. Una squadra come la nostra, invece, che dispone di uno stadio piccolo, ma di un pubblico che si fa sentire, ne è uscita fortemente penalizzata. Lo dimostrano anche i risultati conseguiti tra le mura amiche, perché, dati alla mano, non abbiamo mai subito tante sconfitte in casa nei dieci anni della mia gestione. Il nostro stadio è stato sempre un piccolo fortino difficile da espugnare per tutti anche grazie alla presenza del pubblico. Stessa cosa per i bilanci. Ci sono state risorse che sono mancate, ma ci auguriamo di esserci messi alle spalle definitivamente questa parentesi, auspicando un ritorno alla normalità già dall’inizio del prossimo campionato”.

Quinta stagione consecutiva in C con vista sulla prossima, ma per la prima volta la Virtus non ha centrato l’ingresso in zona playoff. Come giudica il risultato stagionale della sua squadra?

“Se dovessi dare un voto attribuirei un 6, perché comunque siamo riusciti a raggiungere il risultato minimo che ci eravamo prefissati e lo abbiamo fatto con tre giornate di anticipo. Un risultato, quello della permanenza in serie C tutt’altro che scontato, come testimoniano le retrocessioni di piazze importanti come Livorno, Lucchese ed Arezzo negli altri gironi. E’ un obiettivo che dobbiamo tenerci stretto anche se era logico attendersi qualcosa in più da questa squadra. Considerando, però, anche l’unicità delle condizioni in cui si è disputata questa stagione, la archiviamo, mettiamo un punto e cominciamo sin da subito a programmare la prossima”.

Se dovesse scegliere tre istantanee che rappresentano al meglio il campionato della Virtus Francavilla di quest’anno, quali sceglierebbe?

“La prima è la vittoria di Palermo: una affermazione storica, importantissima che ci ha forse anche illuso sulle potenzialità della squadra, soprattutto perché dopo non ci siamo confermati con dei risultati positivi. La seconda istantanea è la partita persa in casa col Foggia, a mio avviso una delle gare più importanti dell’anno che non avremmo assolutamente dovuto perdere considerando anche la delicatezza del momento. Una sconfitta che ha determinato l’esonero di mister Trocini e del direttore sportivo Fernandez. Sicuramente quella battuta d’arresto ha rappresentato il punto più basso del nostro campionato, un momento che ricorderò a lungo. La terza immagine che porterò con me dopo questa annata è la vittoria interna conseguita contro la Cavese che, di fatto, ci ha dato la certezza della permanenza in C. Al termine di quel match ricordo che ero particolarmente felice perché non nascondo che qualche settimana prima ho avuto davvero il timore di dovermi giocare la salvezza attraverso i playout”.

Sappiamo quanto dolorosa possa essere stata la scelta di esonerare Trocini. Poi l’interregno di Colombo e la salvezza raggiunta. Vuole spendere due parole per entrambi?

“Sono entrambi due grandi allenatori e due grandi persone. Trocini è stato con noi 3 anni in cui abbiamo raggiunto grandi risultati. Mi dispiace molto per come si sia interrotto il rapporto, avrei voluto quanto meno arrivare insieme a fine stagione. Poi è possibile che le strade si sarebbero divise in ogni caso, perché credo che ormai si era chiuso un ciclo, ma non nascondo che ho preso quella decisione a malincuore e soprattutto perché in quel particolare momento urgeva dare una scossa forte alla squadra ed all’ambiente, che fortunatamente è arrivata con la vittoria di Teramo, che poi è risultata fondamentale per la conquista della salvezza. Trocini resta per me un grande allenatore ed un grande uomo, e per questo gli auguro le migliori fortune da qui in avanti. Stessa cosa per Colombo: un ottimo tecnico, che ha raggiunto l’obiettivo che gli era stato assegnato. Ciononostante ho deciso di non confermarlo perché avevo già in mente l’allenatore per la prossima stagione, con il quale mi auguro di aprire un ciclo importante”.

La scelta di Taurino è di notevole impatto per la piazza. Cosa gli ha chiesto per il prossimo anno?

“La figura di Taurino ce l’avevo ben in mente, ma è chiaro che non avrei avuto chiamarlo subito dopo l’esonero di Trocini perché era impegnato con la Viterbese. Quando, però, si è liberato dalla società gialloblù laziale, ho preferito virare su di lui, perché è una persona che conosco bene e che per noi è stata fondamentale durante il nostro percorso di crescita dall’Eccellenza alla serie C sia come calciatore che come allenatore in seconda. Credo che al momento sia tra i migliori tecnici emergenti in circolazione. In più rispetto agli altri ha il vantaggio di conoscere bene il nostro ambiente. Una scelta che ha sicuramente entusiasmato la piazza. Gli ho chiesto di aprire un ciclo vincente a Francavilla, augurandomi che questo connubio duri davvero a lungo”.

Questione stadio: a che punto siamo?

“Sarà annunciata nei prossimi giorni una conferenza stampa congiunta con il comune nella quale andremo ad illustrare i contenuti del bando di gara vinto dalla Virtus che ha ottenuto l’assegnazione della gestione dello stadio per i prossimi 15 anni. Posso anticipare che già quest’anno, verso fine luglio se tutto va bene, potremo cominciare con il primo step di lavori che non andranno ad intaccare la funzionalità del campo di gioco e la fruibilità degli spalti per il pubblico”.

Addetti ai lavori, calciatori, allenatori all’unanimità quando parlano della società Virtus accostano l’aggettivo “virtuosa”. Quanto la inorgoglisce tutto ciò e qual è la ricetta per riuscirci?

“Mi inorgoglisce molto. Probabilmente ai tifosi può interessare meno questo aspetto perché solitamente sono portati a valutare soltanto i risultati del campo. Guardandoci intorno, però, ci rendiamo conto di quante squadre ogni anno non riescano a sopravvivere ed a mantenere standard come i nostri. Essere protagonisti per sei anni consecutivi in campionati professionistici, nel calcio che conta, credo che non sia affatto scontato. Abbiamo esempi molto vicini di realtà con grandi bacini di utenza che militano in categorie dilettantistiche e noi dunque, dobbiamo davvero ritenerci fortunati. Abbiamo un modello organizzativo e gestionale consolidato e considerato da tutti come valido, tanto da essere comunque riusciti a sopperire ai mancati introiti dovuti alla pandemia in maniera solida e senza conseguenze sui programmi futuri. Dobbiamo proseguire su questo solco tracciato, cercando, nel contempo di alzare anche l’asticella dei nostri risultati sportivi in modo tale da soddisfare le aspettative dei nostri tifosi. La ricetta che utilizzo è la stessa che faccio mia nelle aziende che gestisco, e cioè quella di circondarmi di collaboratori validi e competenti, mettendo le persone giuste al posto giusto. Anche se personalmente non mi risparmio di certo, intervenendo spesso in prima persona, curando dei particolari che possono, alla fine, fare la differenza”. 

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